Serenità, tempo e diritto (bis)

Benché lo stato dell’arte delle Cose di scuola offra spunti critici a ritmi vieppiù serrati, nel 2019 sono intervenuto raramente in queste pagine. La verifica è facile: tra il 22 gennaio il 17 ottobre mi sono fatto vivo undici volte.

Qualche amico me l’ha pure fatto notare. D’altra parte i miei appunti sono stipati di temi che avrei voluto trattare, per proporre qualche riflessione. Troppo spesso, però, gli argomenti possibili si sono sovrapposti l’un l’altro.

Così, in mezzo a tanta confusione, mi sono fermato.

Eppure io credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire…

[La voce della luna, di Federico Fellini (1990), Sceneggiatura di Federico Fellini, Ermanno Cavazzoni, Tullio Pinelli].

Il bello è che, giusto un anno fa, avevo dedicato i miei auguri di Capodanno alle parole perdute della scuola: serenità, tempo e diritto. «Anche nella scuola – avevo concluso – ci sono le parole perdute e sarebbe bello se qualcuno cominciasse a riportarle in vita, dentro le aule della scuola dell’obbligo e negli spazi di formazione degli insegnanti».

Era stato il mio augurio per il 2019.

Lo rinnovo sulla soglia del nuovo decennio, con invariata fiducia: anche perché nel 2020 c’è il doppio anniversario di quel grande intellettuale che fu Gianni Rodari.

Gianni Rodari (1920-1980). Conferenza nel Palazzo dei Borghesi di Locarno, giovedì 3 marzo 1977.