Il 3 agosto del 1927 – giusto novant’anni fa – Locarno ospitò il IV congresso della Lega Internazionale per l’Educazione Nuova (LIEN), un movimento che era stato fondato in Francia, a Calais, il 6 agosto 1921, in occasione di un congresso che riunì «tous les pionniers de l’éducation – pédagogues, instituteurs, éducateurs, directeurs d’écoles, psychologues – ainsi que tous ceux qui, parents, philosophes, médecins, s’intéressent à l’enfance et à l’amélioration de sa condition». L’iniziativa era partita da un gruppo di teosofi inglesi, tra i quali Beatrice Ensor, presente anche a Locarno. Tra i co-fondatori di LIEN alcune fonti indicano, tra gli altri, John Dewey, Jean Piaget, Maria Montessori, Beatrice Ensor et Adolphe Ferrière, oltre ad Alexander S. Neill «qui fondera l’école de Summerhill quelques mois plus tard».
Il congresso riunì oltre 1200 partecipanti, provenienti dai quattro angoli del globo, che «Il Dovere» del 4 agosto così elencava, sulla scorta della lista dei delegati ufficiali dei diversi paesi: Germania 240, Stati Uniti d’America 131, Inghilterra 126, Svizzera 94, Polonia 50, Scozia 46, Austria 26, Latvia 20, Francia 22, Danimarca 16, Svezia 15, Olanda 14, Ungheria 14, Rumania 8, Turchia 8, Cecoslovacchia 7, India 7, Yugoslavia 7, Belgio 6, Irlanda 6, Finlandia 4, Italia 4, Spagna 4, Africa 3, Paese di Galles 3, Indie Occidentali 3, Australia 2, Canadà 2, Lituania 2, Russia 2, Brasile 1, Bulgària 1, Cina 1, Giappone 1, Liberia 1, Nuova Zelanda 1, Perù 1, Portogallo 1, Messico 1, Estonia 2, Ungheria altri 19.
Benché viva da sempre a Locarno, avevo scoperto del tutto casualmente lo svolgimento di questo congresso nella mia città. Nei primi mesi del 2014, mentre leggevo un libro di Philippe Meirieu, mi ero imbattuto in questo paragrafo: «Certes, en coulisses, les débats existent bel et bien et ils vont se développer, de congrès en congrès, jusqu’à, parfois, menacer l’existence même du mouvement: en 1927, à Locarno, on ne parvient pas vraiment à s’entendre sur comment il faut comprendre la liberté en éducation»: eccetera.
A quasi novant’anni di distanza dal congresso locarnese, ci si può chiedere com’è possibile che, almeno in Ticino e a Locarno, nessuno se ne ricordi. Personalmente non ne avevo mai sentito parlare e anche una rapida ricerca sul web non ha restituito risultati legati direttamente al nostro Cantone. Eppure l’evento non doveva essere passato inosservato, non fosse che per la folla di pedagogisti che si erano riversati a Locarno: c’è chi parla di 1’500 convenuti, mentre le fonti più vicine alla Ligue indicano 1’200 congressisti. Quello di Locarno fu il primo con una presenza così numerosa, tanto che alcuni momenti furono dedicati a problemi amministrativi (riorganizzazione del movimento). Erano infatti solo 150 a Calais nel ’21, poi 300 a Montreux nel ’23 e 450 a Heidelberg nel ’25, per salire a 1’200 a Locarno (e poi 2’000 nel ’29 a Elseneur, in Danimarca, punta massima).
Ho svolto questa inchiesta, certo più giornalistica che storica, facendo capo soprattutto alla stampa locale – magari non troppo interessata al congresso in sé: ma l’occasione era propizia per darsele di santa ragione, almeno a parole, tra socialisti, liberali e conservatori, e poi tra cattolici e laici –, al mensile del movimento (Pour l’ère nouvelle) e ad altre pubblicazioni, senza naturalmente scordare l’ormai irrinunciabile www.
Si è trattato di un lavoro appassionante, interessante, a tratti pure divertente. Mi sarebbe piaciuto poter contare su competenze che non ho (non sono uno storico, né uno storiografo); ma sono certo che ci sarà chi avrà svolto un lavoro più scientifico e approfondito del mio attorno a questo evento internazionale che per una decina di giorni aveva vivacizzato l’estate locarnese.
Si può scaricare in formato PDF il risultato dell’inchiesta che ho portato avanti in questi mesi: 1927 – Locarno accoglie l’Educazione Nuova.
Salve Adolfo, grazie per questa ricerca che aiuta, chi come me è entrata a far parte di questo movimento solo pochi anni fa e ha necessità di ricostruire la storia e divulgarla. Grazie anche per aver scritto in italiano. Infatti quasi tutti i documenti sono in francese e ciò è molto limitante. Buon lavoro! E un grazie ancora.
Cristina
Grazie Adolfo per averci ricordato che Locarno non è stata solo la “Città della Pace”, ma anche “Città della Scuola”. Se solo si fosse continuato e perseverato su certi principi e certe realtà… Ma così va il mondo: bisogna sempre ricominciare e ricominciare. Che fatica. Ma questo è il nostro destino di uomini.