È tempo di passeggiate scolastiche. Come a ogni fine anno, se la meteo non tradirà, migliaia e migliaia di bambini e ragazzi potranno assaporare qualche giornata fuori dall’aula, andando per sentieri e per boschi, visitando musei, siti storici e archeologici, parchi dei divertimenti, ma anche luoghi più esotici. Le ultime tre o quattro settimane dell’anno rappresentano una specie di sovreccitazione pedagogico-turistica: tanto quel ch’è fatto è fatto, e se – come in questi giorni – scoppia un po’ di calura, non si capisce perché si dovrebbe restare in classe a tediarsi.
La passeggiata scolastica è un altro di quei reperti rimasti intatti col passare dei decenni. Si può dire che il ’68 ha spazzato via con un colpo di spugna vecchie consuetudini vuote di senso; non così la passeggiata, che è rimasta intatta nel tempo e resta – assieme alla festa di chiusura – uno dei momenti topici per allievi, maestri e professori. Anzi, sembrerebbe che la fregola da “fuggi fuggi” dalla sede scolastica si sia arricchita di nuove e mirabolanti mète, che hanno soppiantato la gita fuori porta, con l’immancabile pranzo al sacco. Oddio, destinazioni come lo zoo di Magliaso (e l’adiacente fabbrica di cioccolato di Caslano), la Swissminiature e i Castelli di Bellinzona resistono ai rigori del tempo che passa; ma, soprattutto alle medie, nuovi approdi hanno soppiantato la tradizionale due-giorni suoi luoghi sacri della Patria: mezzo secolo fa la gita al praticello del Grütli, con fatale tappa alla Tellplatte, era un must che inorgogliva genitori e autorità. Oggi, tutt’al più, il Ballenberg fa un po’ da surrogato all’itinerario delle radici mitiche, anche se la tensione e l’attenzione sono altre.
In effetti tutto questo correre qua e là di scolaresche più o meno sciamannate presenta molte similitudini con la frenesia di coloro che, tra luglio e agosto, affollano aeroporti stazioni porti e autostrade, alla ricerca di un po’ di riposo e di aria diversa dalla quotidianità. La sola, grande diversità è che molte famiglie non hanno alternative – anche per colpa dell’anno scolastico, che si riproduce identico decennio dopo decennio, come se il ritmo della vita sociale fosse ancora scandito da fienagioni e salite all’alpe. Per contro la scuola potrebbe utilizzare meglio il tempo e i soldi: che senso ha programmare una passeggiata di qualche giorno a Firenze o a Strasburgo quando manca una manciata di ore all’ultimo suono della campanella? Messa così, l’escursione di cui si è parlato per molti mesi si riduce a una banale scampagnata, dove i preparativi sono dominati dalla ricerca del finanziamento (chi non è mai incappato in studentelli che vendono torte e focacce per sostenere economicamente il vagabondaggio di fine anno?). Poi al posto di una città storica ci si può mettere di tutto, da alcuni sinonimi ai loro contrari. Perché a quel punto restano a galla gli aspetti avventurosi e un po’ adolescenziali dell’avvenimento, mentre dal punto di vista educativo – o, più in generale, pedagogico – non è ben chiaro quale sia il rapporto tra l’investimento finanziario (le torte rappresentano solo una quota dell’importo) e la ricaduta positiva su ogni singolo allievo.
In altre parole, davvero non si riesce a intuire il motivo per cui questi “grandi viaggi”, che portano spesso i nostri figli a diretto contatto con le più grandi testimonianze dell’arte e della storia, capitino nel peggiore periodo dell’anno, mentre potrebbero tangibilmente rappresentare dei preziosi momenti di studio e di apprendimento, se fossero programmati in tempi più consoni. Per ammazzare il tempo a fine anno – e magari per farsi perdonare mesi e mesi di inesorabile monotonia – sarebbe più formativo un soggiorno in una qualsiasi capanna alpina, di cui tutto il Ticino è ricco: una bella scarpinata a inizio giugno insegnerebbe cose importanti anche a molti capricciosi giovinetti di oggi, che riuscirebbero a spassarsela forse meglio che altrove (anche senza McDonald).
E poi, chi l’ha detto che la passeggiata scolastica debba a ogni costo tramutarsi in una gigantesca ricreazione?
Un commento su “La grande ricreazione di fine anno”