Esercizi di cultura nella scuola

Ogni tanto le notizie ti assalgono senza preavviso e senza una logica, quasi a tua insaputa. Domenica scorsa stavo sfogliando, un po’ svogliatamente, il Corriere della sera. Tutt’a un colpo sono incappato in un articoletto che ha attirato la mia attenzione, almeno per tre ragioni: intanto l’immagine a illustrazione del pezzo, la Scuola di Atene, il superbo affresco di Raffaello Sanzio custodito nella Stanza della Segnatura, una delle quattro “Stanze Vaticane”, dentro i Palazzi Apostolici.

La scuola di Atene - Da Wikipedia

Poi un fuori dall’aula nel titolo, tra parentesi: «Fuori dall’aula» è il nome della mia rubrica sul Corriere del Ticino inaugurata l’11 settembre 1996, firmata da Emilio Franti, che avrei ereditato a fine agosto 2001.

Infine un tema che mi è sempre stato caro: L’arte per educare.

Il pezzo, di per sé, non è nulla di che: riferisce di un convegno organizzato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) alla Leopolda fiorentina il 16 aprile. Titolo: «Esercizi di cultura – Perché storia, arte e paesaggio fanno crescere l’Italia».

Bisogna pur dire che gli esercizi di cultura possono far crescere il mondo intero. Scrive il FAI nella presentazione:

L’educazione attraversa le diverse dimensioni della vita, dalla famiglia alla scuola, dall’università al mondo del lavoro, dall’intrattenimento al godimento culturale. Anche il tempo libero può riempirsi di contenuto e diventare un’occasione di formazione, tanto più efficace e desiderata quanto più basata su un’esperienza memorabile, diretta, coinvolgente. S’impara sui banchi di scuola ma anche lungo un sentiero di montagna, tra le sale di un castello e in un podere tra ulivi e casali. Cambiano scenari e regole, ma serve in ogni modo l’esercizio, perché la conoscenza e il piacere che se ne trae richiedono disponibilità e attenzione, leggerezza e impegno. Il FAI affianca il mondo della scuola da oltre quarant’anni con civile spirito di sussidiarietà: integra l’insegnamento tradizionale e offre contenuti e attività rivolti a tutti, per un’educazione che attraversa le età dell’uomo e non smette mai di aiutarci a crescere.

Sono naturalmente d’accordo sull’importanza della trasmissione di arte e cultura. Credo che le arti, tutte le arti, potrebbero rappresentare delle inesauribili piattaforme di senso e di cultura per istruire e educare i futuri cittadini sin dall’inizio della scuola dell’obbligo. È una finalità del Fondo Ambiente Italiano quello di Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e di tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità.

L’intero convegno può essere seguito in video. Premesso, per correttezza, che non ho ascoltato tutti gli interventi, ne segnalo alcuni che mi sono sembrati significativi:

Credo molto nel potere dell’arte come piattaforma di senso e veicolo di cultura in tutti i gradi della scolarità. Mi sono dedicato per anni, e lo faccio ancora, alle proposte musicali (v. in questo sito Dalla Russia con passione: un’altra avventura con la musica per le scuole, dove parlo dei «Concerti per le scuole»). Ma mi sono occupato anche di letteratura – l’ultima operazione è Piazzaparola, che in settembre mi vedrà, con Silvia Demartini, Sulle tracce dell’ingegnoso nobiluomo don Chisciotte della Mancia – e di animazioni museali.

E ancora. Da qualche anno l’Associazione degli Amici del Teatro di Locarno, presieduta da Diego Erba, offre alle scuole del Locarnese degli spettacoli gratuiti; io coordino le proposte per le scuole dei comuni. Il direttore artistico del Teatro, Paolo Crivellaro, è un uomo sensibile e colto, senza quella puzza sotto il naso che sovente esibisce, in filigrana, certo elitismo: e propone spettacoli di alto livello alle scuole comunali, alle scuole medie e al liceo.

L’altro giorno (venerdì 22 aprile) ho potuto assistere, con gioia e casualmente, allo spettacolo «Donna non rieducabile – Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja», di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo, l’arpa di Floraleda Sacchi e la regia di Silvano Piccardi (qui una scheda dello spettacolo).

Ottavia Piccolo, Donna non rieducabile - Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja
Ottavia Piccolo, Donna non rieducabile – Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja

 

Gli Amici del Teatro hanno offerto agli allievi di III e IV del Liceo di Locarno quello spettacolo struggente, duro ed emozionante. Gli studenti in platea avevano sì e no una decina d’anni quando Anna Politkovskaja fu trovata morta, assassinata, nell’ascensore del palazzo di Mosca in cui abitava: era il 7 ottobre 2006, giorno del 54° compleanno del presidente russo Vladimir Putin.

Gli studenti hanno seguito la narrazione in silenzio, con intensità. Il pathos che si è creato in sala ha aumentato ancor più la bravura di Ottavia Piccolo, l’impeto violento della regia, il contrappunto inesorabile dell’arpa, il racconto lancinante e pieno d’amore di Anna Politkovskaja.

Anche queste sono opere di educazione, immensi atti educativi.

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