Dopo cinquanta minuti scanditi da alcune pagine del Diario più famoso di tutti i tempi, dal racconto della Storia che fa da sfondo e cuore del Diario, e da alcuni intermezzi musicali di intensità artistica tale da esaltare la Storia di quegli anni e la storia di Anne, scorrono i titoli di coda.
Il pubblico applaude. Si accendono le luci e gli artisti si presentano insieme.
Poi gli applausi finiscono, ma nessuno si alza in piedi, nessuno si avvia all’uscita vociando. Bisognerà dirglielo: ciao ragazzi, grazie, buon rientro, arrivederci. Solo allora si avvieranno incontro al sole, che picchia fuori dal Palacinema in quel giovedì 20 settembre.
Con qualche impercettibile variazione, questo è stato il finale di ognuna delle tre repliche messe in scena per quasi 400 allievi di 4ª e 5ª elementare, arrivati coi loro insegnanti da alcuni istituti della regione per seguire questa edizione di Piazzaparola, un’occasione speciale di scoprire la storia di Anne Frank attraverso le pagine del suo celebre Diario. Ciò ha quindi significato, per loro e i loro insegnanti, scoprire non solo “una” storia, ma addentrarsi nella Storia, vista con gli occhi di una giovane donna che l’ha vissuta pagando in prima persona. E che l’ha narrata.
Lo spirito dell’evento puntava in effetti proprio a questo: accompagnare il giovane pubblico in un racconto che, grazie alla forza della vera letteratura, permettesse di toccare corde profonde e delicate.
Certo, gli allievi erano stati preparati bene per assistere allo spettacolo. Senza svelare troppo dell’impianto narrativo che avevamo escogitato, avevamo invitato le maestre e i maestri a fare in modo che il pubblico conoscesse alcuni elementi essenziali in cui è calata la vicenda di Anne e della sua famiglia: naturalmente adattando il livello di approfondimento all’età degli allievi. E un altro invito era simile a un’avvertenza: non è uno spettacolo per ridere e divertire, ma neanche monotono e legnoso. Avevamo scritto loro: «Sarà un po’ come ascoltare una sinfonia – allegro, adagio cantabile, lento, finale… – con gli applausi che prorompono solo qualche secondo dopo l’ultima nota dell’ultimo movimento, quando il Maestro abbassa la bacchetta».
Per poi giungere alle ultime parole dello spettacolo.
Sull’esempio di Anne, se ne sentite il bisogno, scrivete. Scrivete prima di tutto per voi, ma non abbiate paura di raccontare ad altri le cose che non vanno bene: le parole e la scrittura sono le armi più potenti, perché viaggiano lontano e resistono nel tempo.
E non siate sordi e ciechi, anche se spesso il mondo vi vorrebbe così.
La storia di Anne non deve solo renderci tristi, ma deve farci vedere la bellezza delle cose di tutti i giorni, deve farci capire il punto di vista degli altri e farci scegliere come vivere. Sì, perché il rischio che qualcuno alzi la voce e dica “tu non puoi stare qui”, “tu sei diverso”, “tu conti meno”, “io vengo prima di te” è sempre in agguato. E non si è mai troppo piccoli per essere giusti. Per essere eroi.
Le foto sono di Simone Fornara
Caro Adolfo, il racconto è stato davvero emozionante. Le espressioni dei ragazzi in sala e le loro impressioni una volta rientrati in classe, mi hanno ulteriormente confermato che la strada da percorrere per una scuola che in-segna è proprio questa. Grazie.
Un caro saluto
Chiara
La tua testimonianza, carissima Chiara, è uno sprone significativo per continuare.
La penso come te, non mi piace la scuola che vuole misurare tutto. Le donne e gli uomini, anche quando hanno pochi giorni di vita, sono diversi l’un dall’altro, e ognuno ha i suoi ritmi di apprendimento e di maturazione.
Grazie per questo messaggio, che, ne sono certo, viene dalla testa e dal cuore.
Grande Adolfo, hai messo in scena un ottimo spettacolo che ha saputo giungere con sensibilità al cuore degli allievi (da pelle d’oca il finale) con un passaggio indimenticabile alla loro ragione.
Ben trovate le ultime parole.
Complimenti
P.S. in questi periodi un vero momento di resistenza, come dice Marco, e un barlume per una buona scuola dopo le ultime votazioni.
Ciao
Alfonso
Caro Alfonso, è vero, anche per tutti noi è stata una giornata piena di emozioni. Naturalmente io sono solo una delle tante rotelle dell’ingranaggio – si leggono nei titoli di coda all’inizio di questo articolo. Il plauso principale va a Silvia Demartini, che ha scelto le pagine del “Diario” e ha scritto le sintesi della Storia; poi a Sara Giulivi, un’Anne credibile e appassionante, e ai due musicisti Chiara Pedrazzetti e Sean Lanigan, che la colonna sonora l’hanno scelta e interpretata; Andrea Fazioli, la voce narrante; e poi i tecnici, gli sponsor e gli insegnanti, che hanno preparato al meglio i loro allievi.
È nostra intenzione preparare un documento sonoro che comprenda l’essenziale, vale a dire le tre strade percorse per raccontare questa Bellezza che rimane ancora.
Grazie Adolfo, tutta la mia ammirazione per quanto fai per la resistenza culturale …
Grazie Marco!