Un omaggio a Philippe Meirieu nei giorni in cui siamo tutti Charlie

Chi mi conosce sa che ammiro da tanto tempo Philippe Meirieu, un uomo che, per me, non è solo un «semplice» professore di pedagogia, ma uno che da sempre si batte con tenacia, attraverso l’educazione, affinché Liberté, Égalité e Fraternité non restino solo dei semplici slogan, ma arrivino un giorno a costituire un sistema di valori appartenente a ogni donna e ogni uomo in ogni parte del mondo.

Sabato scorso (10 gennaio) la «sua» università, l’Università Lumière di Lione, gli ha reso omaggio nell’anno in cui andrà formalmente in pensione, essendo nato nel 1949. La manifestazione, intitolata Où vont les pédagogues? Regards et perspectives a partir des travaux de Philippe Meirieu, è stata l’occasione per una riflessione sul lavoro pluridecennale di uno dei pochi pedagogisti di radice umanista ancora in circolazione in Europa: il giusto sostegno a chi, di sicuro, continuerà a far sentire la sua voce e le sue idee attraverso i libri, le più importanti testate francesi, le televisioni, il web e le tante occasioni di incontro diretto in Francia e altrove. Cioè a dire: non sarà certo un semplice atto burocratico come il pensionamento a farlo tacere.

L’incontro lionese per l’omaggio a Philippe Meirieu ha coinciso coi giorni in cui la Francia ha vissuto l’attentato terroristico del 7 gennaio alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Sono stati i giorni in cui eravamo tutti Charlie.

Propongo così una sua intervista, rilasciata a Lyon Capitale TV e diffusa dal vivo in streaming il 9 gennaio, in cui Meirieu parla a tutto campo della possibilità e della necessità di controllare e padroneggiare l’odio verso l’Altro, che i fatti di questi giorni potrebbero facilmente nutrire: con una toccante e limpida riflessione finale sul ruolo della scuola repubblicana nell’educazione dei suoi cittadini.

Perché in questi giorni siamo tutti Charlie, ma dovremmo esserlo anche domani.

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Qui è possibile seguire integralmente la registrazione dell’incontro del 10 gennaio all’Università Lumière di Lione.

Tra i tanti qualificati interventi segnalo la conferenza introduttiva di Daniel Hameline (L’enclos, le seuil et l’esplanade, che inizia più o meno a 32 minuti) e l’intervento, a sorpresa, del filosofo Denis Kambouchner (inizio a 3 ore e 8 minuti), che nei primi anni di questo millennio si era opposto duramente alle politiche educative dell’epoca e aveva confutato severamente le posizioni di Philippe Meirieu (DENIS KAMBOUCHNER, Une école contre l’autre, 2000, Presses Universitaires de France).

Per terminare sottolineo le reazioni finali dello stesso Philippe Meirieu (inizio a 4 ore e 31 minuti).

Un commento su “Un omaggio a Philippe Meirieu nei giorni in cui siamo tutti Charlie”

  1. Ricordo con piacere le lezioni che il professor Merieu ha tenuto per i direttori e i quadri scolastici della scuola comunale ticinese.
    Sono anch’io convinto che è da una scuola laica e democratica forte che può arrivare la resistenza all’odio e alla paura del diverso. È il grande ideale che mi (ci) ha pervasi durante tutta la nostra attività d’insegnanti e direttori.

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